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Acidità e bruciori di stomaco. I rimedi fai da te servono?

Acidità e bruciori di stomaco. I rimedi fai da te servono?

Bruciori di stomaco, pesantezza, crampi, cattiva digestione, sono alcuni dei disturbi molto comuni che si presentano in forma più o meno lieve e con frequenza variabile. Le cause possono essere molteplici e avere origine sia dallo stomaco che dall’intestino. Chi soffre di questi disturbi spesso non è in grado di capire da quale dei due organi abbia origine il problema, per questo motivo è bene quindi rivolgersi sempre a uno specialista che possa aiutarci a individuare la fonte del dolore che avvertiamo.

Cause

Tra le cause più comuni abbiamo sicuramente la gastrite, un disturbo che può essere risolto se si verifica in maniera non aggressiva grazie a rimedi naturali. Al contrario, se il disturbo è più acuto, e il problema non può essere risolto con un rimedio “fai da te”, è indispensabile contattare il vostro medico per delle indagini diagnostiche e individuare la strategia più mirata.

Come dice la dott.ssa Beatrice Savioli, piccoli accorgimenti nelle nostre abitudini quotidiane o il ricorso ai famosi rimedi della nonna, sembrano essere efficaci per alleviare dolore e bruciore di stomaco che si manifestano occasionalmente e per brevi periodi, per esempio quando siamo sottoposti a maggiore stress, o quando si verifica un cambio di stagione. In periodi come questi si possono infatti avvertire più facilmente sintomi più o meno fastidiosi. Anche il consumo frequente di anti-infiammatori (per esempio per cefalea) senza le dovute precauzioni (assunzione a stomaco vuoto o senza gastro-protettori), può danneggiare le pareti dello stomaco con comparsa di erosioni e nei casi più gravi di sanguinamento.

La giusta alimentazione

Scegliere con attenzione cosa mangiare è la prima cosa da fare per avere cura del nostro stomaco: bevande gassate, caffeina, frittura e le gomme da masticare, sono tutti alimenti che favoriscono la produzione di acido e che andrebbero evitati, così come pietanze troppo condite perché ritardano lo svuotamento gastrico.

Al contrario, la cucina orientale, è ideale poiché i cibi sono cotti al vapore e sono poco conditi. Inoltre, sono sconsigliabili le caramelle alla menta, poiché quest’ultima riduce il tono dello sfintere esofageo inferiore (che è la valvola di connessione fra esofago e stomaco), favorendo il reflusso gastrico. Il saccarosio contenuto al loro interno, fermentando, aumenta la produzione di aria nello stomaco, e la masticazione prolungata non fa altro che stimolare la produzione di acidi.

È importante cercare di mantenerci il più leggeri facendo più pasti (e più piccoli) durante il giorno. Quando si consuma il pasto principale a cena, la digestione è più lenta e difficoltosa e questo può causare a sua volta dolori, bruciori e sensazione di pesantezza. L’ideale sarebbe uscire a fare una passeggiata e coricarsi solo 2 o 3 ore dopo la fine del pasto. Infine, sono da evitare anche le sigarette: il fumo aumenta l’acidità.

Rimedi naturali

In molti casi una tisane a base di camomilla, melissa, valeriana, e altre piante con proprietà calmanti e rinfrescanti, possono aiutare ad alleviare i dolori. Così come una borsa d’acqua calda sullo stomaco, perché fa rilassare i muscoli in tensione. Ai miei pazienti, continua la dott.ssa Savioli, consiglio sempre, inoltre, di bere un bicchiere di acqua tiepida al mattino appena svegli e uno la sera prima di coricarsi, magari aggiungendo qualche goccia di limone e miele per rendere più gradevole il sapore. Questo è un ottimo rimedio per riequilibrare il nostro organismo e regolarizzare l’intestino. In caso di difficoltà di digestione o pesantezza, consiglio l’uso dei fitoterapici, ossia prodotti naturali a base di erbe, assumibili in gocce o tisane. Si trovano sia in erboristeria che in farmacia e facilitano la digestione.

E se questi rimedi non dovessero funzionare?

In caso di dolori a elevata intensità, è necessario approfondire con indagini diagnostiche. La gastroscopia permette di individuare quadri di esofagite, gastrite acuta o ulcera.

Per chi soffre di reflusso gastroesofageo che non risponde alla terapia medica esiste un esame più specifico, la ph-inpedenziometria delle 24 ore. Si tratta di un esame che permette di scoprire se i sintomi accusati dal paziente, dipendono o no dall’acidità. Per curare sia la gastrite, sia il reflusso gastroesofageo esistono farmaci specifici (inibitori della pompa protonica, H2 antagonsiti ed antiacidi) che vengono assunti per un periodo di tempo variabile, a seconda del quadro endoscopico e dei sintomi del paziente.

 

Fonte: humanitasalute.it

Le informazioni fornite in questo articolo hanno natura generale e sono pubblicate a scopo puramente divulgativo, pertanto non possono sostituire in alcun caso il parere del medico

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