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Benessere gastrointestinale e colon irritabile

Benessere gastrointestinale e colon irritabile

Quando si parla di benessere gastrointestinale la prima patologia a cui si pensa è la sindrome da colon irritabile. Colpisce indistintamente uomini e donne, dalla preadolescenza all’età avanzata (con una particolare frequenza nelle donne in età fertile e in pre-menopausa, circa 3 volte più degli uomini).

Oltre un terzo della popolazione soffre dei sintomi da colon irritabile almeno una volta nella vita. La cosiddetta “società del benessere” ne è la causa principale con il variare dell’alimentazione (oggi più grassa e abbondante), la vita sedentaria e lo stress.

I sintomi della sindrome da colon irritabile

I disturbi addominali più comuni sono il meteorismo (aria nell’intestino), la flatulenza e la tensione addominale, spesso associati a nausea, cefalea, depressione, ansia, stanchezza e difficoltà di concentrazione.

La diagnosi non è sempre agevole: gli stessi sintomi, infatti, potrebbero essere causati da altre malattie croniche del tratto intestinale, quali il Morbo di Crohn, la colite ulcerosa, la diverticolite. Per non sottovalutare i sintomi, attribuendoli con troppa leggerezza a semplici disturbi di digestione, il primo passo da fare è recarsi da uno specialista gastroenterologo.

La diagnosi

Per individuare le cause del disturbo, lo specialista gastroenterologo probabilmente prescriverà un semplice esame delle feci per accertare l’eventuale presenza di sangue, parassiti o batteri.
Da un esame del sangue si verificherà eventualmente il dosaggio degli ormoni tiroidei. Infatti, le disfunzioni della tiroide si associano ad alterazioni delle funzioni dell’apparato digerente.

Prima di metodi maggiormente invasivi, un’altra causa da escludere sarà un particolare difetto enzimatico, che impedisce la corretta digestione del latte e dei suoi derivati, identificabile attraverso la prova di tolleranza al lattosio.

Se nessuna di queste è la causa del problema, o nel dubbio di una lesione del colon, sarà necessaria una rettosigmoidoscopia, un’indagine strumentale che permette di vedere direttamente le pareti dell’ultima parte del colon. E, infine, un clisma opaco a doppio contrasto, una radiografia del colon e del retto che consente di rendere visibile ai raggi x la struttura completa del colon.

Il cibo che aiuta

Intanto che si determini la causa del disturbo, meglio scegliere alimenti che facilitino l’attività epatica e intestinale.
Gli alimenti naturali che aiutano il colon sono numerosi: il riso, i legumi (come fave o ceci) e gli agrumi (come limoni, arance e pompelmi), che sono in grado di stimolare il fegato.
Il fegato, infatti,  è un organo molto importante per far funzionare bene l’intero organismo. La sua depurazione stimola e migliora le funzionalità della digestione e il buon funzionamento dell’intestino. È anche un potente strumento per l’eliminazione delle tossine e delle sostanze indesiderate e nocive che assumiamo assieme al cibo o che produciamo in momento di stress o squilibrio fisiologico.

Anche molti frutti possono aiutare a combattere i problemi della flora intestinale, ad esempio la mela ha un’azione protettiva per le mucose gastriche, l’uva ostacola le putrefazioni intestinali mentre l’ananas possiede enzimi che stimolano la digestione.

Le informazioni fornite in questo articolo hanno natura generale e sono pubblicate a scopo puramente divulgativo, pertanto non possono sostituire in alcun caso il parere del medico

 

 

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